lunedì 6 febbraio 2012

Sul nascere di un amore.


L'inverno urlava la sua presenza, stringeva in un abbraccio di gelo ogni cosa, tutto sembrava sospeso in un silenzio irreale, anche i passi si perdevano prima di diventare orme fra ricordi di vento.
Era una fredda mattina di febbraio, Marcello era appena arrivato sull'arenile, le vecchie case affaciate sulla baia sapevano di pane e caffelatte, mentre i suoi passi affondavano nella neve fresca caduta nella notte. Nella giovinezza dei suoi 18 anni era la prima volta che vedeva quel borgo marinaro ammantato di neve, le sue emozioni si confondevano con lo stupore, mentre osservava stupefatto tutto ciò che lo circondava. Ogni cosa, ogni barca, era come rinata dinanzi ai suoi occhi, il paesaggio pittorico che profumava di salsedine ora si colmava di nuovi profumi, attraverso emozioni che si formavano al trascorrer dei minuti. 
Si stava dirigendo verso la scogliera per osservare il borgo, quando scorse una ragazza, candida come la neve che si scioglieva sotto i suoi passi, salire sul molo. Aveva una piccola macchina fotografica in mano, e un sorriso che non scorderà più, come quel mattino di luce e incanto. Si avvicinò timidamente a lei, facendo finta di niente, tutto sembrava irreale, e forse lo era. Lei si voltò curiosa, notò il timido ragazzo al suo fianco, e con un gesto spontaneo e immediato si rivolse a lui.
"Capiti giusto bene, mi faresti una foto con lo sfondo del paese?" le chiese con voce decisa.
Lui arrossì, poi con fare sorpreso si fece coraggio.
"Ma certo, come la vuoi?"
"Vieni di qua, la vedi quella casa, ecco, voglio che rimanga a fianco al mio corpo."
Aveva le idee decise, era spontanea e stupenda, un sorso di poesia affacciato sul molo della vita, mentre lui sembrava goffo, impreparato ad affrontare il mare delle sue emozioni. Cominciò a scattarle diverse foto, il suo sorriso era un raggio di sole che scaldava il rossore della timidezza, tutto sfumava dinanzi a lui, che ora vedeva solo lei, come una stella nel buio della notte.
"Fammene ancora qualcuna sulla spiaggia, ti va?" chiese con voce dolce e cristallina.
"Ma certo, sei così bella che non smetterei di guardarti." rispose lui senza pensare a cosa stesse dicendo.
Lei sorrise, ringraziandolo per il complimento. Scesero sulla spiaggia innevata, giocando ad imitare delle pose da divi, il silenzio attorno a loro era rotto solo dalla risacca lieve del mare, e dai clic della macchina digitale che segnavano gli attimi del loro incontro.
La mattinata trascorse in fretta, si sedettero su un muretto per guardare le foto appena fatte, e fu in quell'attimo che scatto qualcosa di magico, qualcosa di unico, come quel giorno di neve. Il profumo del suo corpo penetrò nella sua mente, si fissarono negli occhi, i loro sorrisi sapevano di mare, tutto era un sogno, 
stentava a crederci, ma per la prima volta le sue labbra sfiorarono un volto di donna. Il gelo dell'insicurezza si sciolse sotto i raggi di una passione che mutava a poco a poco. Cominciarono ad abbracciarsi, anche il freddo spariva intorno a loro, come i contorni sfumati di un paesaggio che dipingeva il nascere di una parola nuova, una parola trattenuta nella speranza di un attimo, oltre l'orizzonte di un sogno che prendeva forma come una sillaba di dolcezza nell'atrio del cuore.
Marcello quel giorno scopri cosa vuol dire amore.






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